Anche questo è fatto, e sono 3, dieci brani per oltre 35 minuti di ascolto, ma soprattutto qusi un anno di fatica, studio e amore per la musica.
Il gruppo dei brani che sono presenti, a mio parere, hanno per certi versi in comune la saudade. Ognuno di noi nella vita ha avuto tanti momenti belli, importanti, che per un motivo o per un altro ci hanno segnato dentro profondamente.
Se vogliamo provare a fare una traduzione letterale della parola saudade, forse i temi che più si avvicinano sono: malinconia, assenza, tristezza, nostalgia, lontananza… in realtà nell’universo culturale brasiliano, da dove deriva il termine, la saudade è la cultura stessa. La saudade non è un pensiero, ma un sentimento; non guarda al futuro, ma neanche al passato.
E’ la forza di non lasciarsi sopraffare dallo struggimento e di tradurre il passato dando un senso al presente, è un dolore, ma anche un piacere che mantiene vivo ciò che non esiste più, è lontano o perduto.
La saudade da possibile “chiusura nel passato” diventa così fonte di piacere, forza di volontà e sorgente di ispirazione. Non bisogna vivere di ricordi appoggiandosi a loro, la saudade è un invito a vivere a piene mani, respirare a pieni polmoni la vita per sperare che ne accadono altri di momenti, magari più belli di quelli già vissuti fino a questo momento.
Jones