Arturo Sicari - Le mie canzoni | sound notizie
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The Sound of Silence 
      1. Play

Simon & Garfunkel

La canzone venne originariamente registrata come pezzo acustico per il primo album del duo, Wednesday Morning, 3 A.M., del 1964, ma in seguito furono aggiunte le parti degli strumenti elettrici ed uscì come singolo. Nel 1965 Paul Simon la inserì nel suo primo LP solista registrato a Londra, “The Paul Simon Songbook”. L’anno seguente il singolo scalò lentamente le classifiche e raggiunse il numero uno il giorno di Capodanno del 1966. La canzone fu quindi inclusa nell’album Sounds of Silence (1966).

Nella canzone Paul Simon suona la chitarra acustica, mentre a cantare sono sia lui che Art Garfunkel.

Inizialmente la canzone era intitolata The Sounds of Silence, ed è con questo nome che è apparsa sui primi album e sul singolo. Nelle raccolte successive il titolo fu cambiato in The Sound of Silence. Entrambe le forme del nome sono presenti nel testo della canzone.

Il brano fu usato nel film Il laureato, e appare nei titoli iniziali, nella scena della piscina (esecuzione integrale) e durante la parte finale; inoltre, appare anche nel film Bobby, che narra di alcune persone che si trovavano nell’albergo dove Robert “Bobby” Kennedy fu ucciso, durante le 24 ore antecedenti il delitto. Nel film, la canzone appare dopo l’assassinio. Appare anche nel film Watchmen, durante il funerale di uno dei personaggi, il Comico.

La canzone è stata eseguita al Ground Zero Memorial di New York dallo stesso Paul Simon accompagnandosi con la sola chitarra acustica, in un clima di grande commozione, durante la Celebrazione del 10º anniversario dell’attentato dell’11 settembre 2001.

Sebbene sia diffusa la convinzione che la canzone fosse stata scritta da Paul Simon in seguito all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963, le note di Art Garfunkel sul retro di copertina dell’album “Wednesday Morning, 3 A.M.” indicano che la musica fu scritta nel novembre 1963; il 19 febbraio 1964 “the song practically wrote it self”, “la canzone praticamente si era scritta da sola”. Non si può quindi sostenere con certezza che Simon concepì la canzone come un modo di rappresentare il trauma provato da molti statunitensi causato dall’improvvisa morte di un leader vigoroso e visionario. Piuttosto, come ricorda Garfunkel, il tema della canzone è l’incapacità dell’uomo di comunicare. Il tutto, con un titolo che riprende la ben nota passione di Simon per gli ossimori.

Anni dopo, Paul Simon affermò in un’intervista che il verso iniziale “Hello darkness, my old friend” deriva dal fatto che nel periodo in cui la scrisse trovava conciliante scrivere e comporre stando chiuso e al buio nel bagno della sua abitazione.

Storia

Dopo aver registrato il loro primo album, il duo si sciolse e Simon si recò in Inghilterra per buona parte del 1965, dove si esibì in alcuni concerti da solista, e registrò il pezzo per la seconda volta nel suo LP, nel maggio 1965.

Nel frattempo, il produttore di Simon and Garfunkel alla Columbia Records a New York, Tom Wilson, aveva appreso che la canzone aveva cominciato ad essere trasmessa alla radio a Boston, Massachusetts, Gainesville e a Cocoa Beach, Florida.

Il 15 giugno 1965, subito dopo la registrazione di Like a Rolling Stone di Bob Dylan, sovrappose alla traccia originale di Simon and Garfunkel parti di chitarra elettrica (suonata da Al Gorgoni), basso (Bob Bushnell), e batteria (Bobby Gregg), e ne fece un singolo senza aver nemmeno consultato i due artisti.

La canzone entrò nelle classifiche pop degli USA nel settembre 1965 ed iniziò la sua inesorabile ascesa. Il 1º gennaio 1966 il singolo raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane, la terza in Austria ed Australia, la quinta in Irlanda e la nona in Germania e Regno Unito; nel 1968 il brano arriva primo per due settimane anche in Giappone.

Cover

Il brano è stato ripreso da innumerevoli artisti e in varie lingue. Ancor prima del successo della versione originale, fu ripresa dal duo irlandese The Bachelors nel 1966, mentre è del 1971 una versione in svedese di Frida. Nel 1978 uscì una delle versioni in francese (La Voix du silence) di Richard Anthony, anno nel quale anche i The Dickies cantarono la loro versione. Del 1996 sono le cover della cantante islandese Emilíana Torrini e della filippina Regine Velasquez, del 1999 e del 2000 quelle dei gruppi tedeschi Gregorian e Atrocity e del gruppo statunitense Nevermore. A queste si aggiunge l’atmosferica interpretazione del brano da parte di un altro gruppo statunitense, i Disturbed, realizzata nel 2015.

Anche nel corso del XXI secolo la canzone è stata ripresa da diversi artisti, tra i quali Brooke Fraser, Sharleen Spiteri, Ivana Spagna, Bananarama, Pat Metheny, Alizée, Nick & Simon, Kina Grannis e Disturbed.

In italiano già nel 1966 il noto paroliere Carlo Rossi scrisse un testo che si discostava nelle tematiche dall’originale (si trattava infatti di un testo d’amore): con il titolo La tua immagine la canzone venne incisa da molti artisti, tra cui i più noti sono Mike Liddell e gli Atomi (nel 1966), Luisa Casali (nel 1967) e Dino (nel 1968). Bruno Lauzi scrisse invece un testo più aderente all’originale, intitolato Il suono del silenzio; questa versione venne incisa nel 1975 da Adriano Pappalardo nel suo album Mi basta così. Esiste anche una versione in lingua sarda, scaturita dalla collaborazione tra Al di Meola e Andrea Parodi nel 2005, ascoltabile nell’album Midsummer Night in Sardinia.

Tra altre versioni in altre lingue diverse dall’inglese ci sono le versioni in spagnolo di Jorge Córcega e dell’argentino Sergio Denis e, in francese quelle di Marie Laforêt e Georges Chatelain del 1966, mentre del 2004 è la cover di Stéphane Pompougnac. In svedese, oltre a Frida, l’ha incisa Tommy Körberg, e in tedesco, col titolo Der Raum des Schweigens, Bernd Clüver.